STORIA

Cenni storici – Cinto Caomaggiore

Cenni storici – Cinto Caomaggiore

In antichità la zona era ricoperta da fitte foreste e zone paludose che la rendevano inospitale ad insediamenti stabili. Le frequentazioni da parte dell’uomo, testimoniate dal ritrovamento di due teste d’ascia di epoca neolitica, erano verosimilmente legate alla caccia.
Le prime tracce del toponimo Cinto sono del 1192. È controversa tuttavia la sua origine: una prima ipotesi lo lega alla distanza in miglia dalla vicina Concordia Sagittaria, che spiegherebbe anche Sesto al Reghena e Settimo.
La seconda invece fa riferimento ad una recinzione, che sarebbe stata posta a difesa di alcuni possedimenti coltivati.
Nel 1428 i terreni di Cinto vengono acquistati dal patrizio veneziano Sebastiano Tiepolo, che incentiverà lo sviluppo dell’agricoltura attraverso opere di disciplina delle acque, la costruzione di alcune masserie e dell’immancabile casa dominicale.
Nel ‘600 la proprietà passa ai Marcello, che resteranno legati a queste terre per i successivi tre secoli.
Questi nel XVIII sec., constatando il graduale impoverimento delle produzioni agricole, punteranno su artigianato e commercio, con l’istituzione anche di un importante mercato di bestiame.
Risale al XX secolo invece l’escavazione delle cave di ghiaia, che ha comportato la creazione dei laghi, oggi importante oasi naturale.