ARTE E CULTURA

Palazzo Municipale – Portogruaro

Palazzo Municipale

 

l Palazzo Municipale di Portogruaro, la cui parte centrale è stata fatta risalire al 1265 dallo storico portogruarese Antonio Zambaldi, si caratterizza per l’inconfondibile facciata merlata di stile gotico in mattoni faccia a vista.
Le ali laterali, che richiamano lo stile della parte centrale, secondo quanto si desume da un’iscrizione murata nella facciata che ricorda il podestà Giovanni Giacomo Baffo in qualità di “autore”, furono aggiunte probabilmente nel 1512.
Altro importante ampliamento si è avuto nella seconda metà del Novecento quando furono aggiunti i due prolungamenti delle ali cinquecentesche verso il fiume.
Numerosi sono stati i restauri interni, in particolare nell’Ottocento e negli anni sessanta del Novecento, che hanno portato all’attuale configurazione.
L’edificio presenta tre porte al piano terra, un portone centrale e sei monofore al piano nobile e una bella merlatura “ghibellina” a coda di rondine interrotta al centro dal campanile a vela.
Il locale al piano terra, chiamato Sala delle colonne per la presenza di robusti pilastri in muratura e di colonne in pietra, ospitò nell’ala sinistra, per quasi quattro secoli la carceri cittadine.
Ora è una sala di rappresentanza ove è possibile ammirare le vesti dell’araldo della città.
Al piano superiore, fino a pochi anni fa, si potevano ammirare alcune opere del pittore futurista Luigi Russolo: “Impressionismo di un bombardamento,” un autoritratto e “Tre pini”, sul retro del quale durante un restauro del 2006 è stata scoperta l’opera “Linee forza della folgore”.
Attualmente i quadri sono esposti, assieme ad altre opere, all’interno del Centro Culturale/Biblioteca, Casa Russolo, uno spazio espositivo permanente dedicato alla figura e all’arte del noto pittore futurista.
Alla facciata sono addossati cinque “testoni” in pietra d’Istria, del Seicento, la cui provenienza è ignota.
Furono collocati nella piazza nel 1908, subito dopo l’inaugurazione dell’Acquedotto di Portogruaro, quasi ad amplificare, assieme alla fontana posta allora al centro della piazza, l’importanza dell’evento e il rapporto della città con il suo fiume.
Il testone alla sinistra del Palazzo vorrebbe infatti identificare la divinità del fiume Lemene.
Stimola comunque grande curiosità il fatto che si ignori la provenienza e l’uso che fu fatto di questi testoni monumentali per oltre tre secoli.
Alla sinistra del Municipio è situato il pozzetto di Giovanni Antonio Pilacorte, lapicida lombardo che nel 1494 realizzò la ghiera del pozzo.
Dal 1908 al 1928, quando fu inaugurato il Monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, il Pozzetto del Pilacorte è rimasto al centro della piazza.
Quando nel 1928 fu sistemato nella posizione attuale, all’angolo della piazzetta delle erbe, lo scultore portogruarese Valentino Turchetto fu incaricato di realizzare le due gru in bronzo.
Le precedenti gru, forse realizzate dallo stesso Pilacorte, furono asportate durante l’invasione austriaca del 1917 per fabbricare cannoni.
Sul pozzo sono visibili gli stemmi della città e probabilmente quelli di due podestà di fine Quattrocento, Paolo Contarini e Jacopo Gabriel.
Nella seconda metà del Novecento era stato inoltre elaborato un progetto di massima, purtroppo scomparso, che prevedeva di riquadrare la piazza medievale con la costruzione di una ” loggia” che facesse da quinta nella piazzetta.

Testo a cura di Pikasus s.n.c.