La visita a una mostra costituisce una congiuntura particolare per chi si avvicina all’arte e fa esperienza di essa

Il valore di una mostra d’arte

 

Jacob ferdinand voet detto monsù ferdinando, ritratto del marchese francesco orsini de' cavalieri, 1671

Jacob ferdinand voet detto monsù ferdinando, ritratto del marchese francesco orsini de’ cavalieri, 1671

 

Il visitatore può restare estasiato e ammirato da ciò che incontra entrando nell’atmosfera silenziosa delle sale del Palazzo, egli è portato a vivere una occasione di evasione dalla realtà spesso convulsa di un mondo esterno tutto di corsa.

All’interno di una mostra d’arte si crea un dialogo interiore tra il visitatore e le opere, come se egli entrasse nel tempo e nel mondo che esse rappresentano, per vivere le emozioni e le sensazioni che le immagini raffigurate trasmettono.

Tra visitatore e le opere d’arte si anima un dialogo tutto interiore, un meccanismo di osservazione-interpretazione–interazione che si sviluppa tra l’opera e chi la osserva.

Non sono infatti solo immagini quelle che offrono le opere esposte, ma stimoli alla riflessione, al confronto, al dialogo con vite ed esperienze di tempi anche lontani ma espressione della medesima condizione umana.

Lo sforzo che DTVO ha impiegato per offrire al territorio la mostra “La Collezione Cavallini Sgarbi” va anche in questo senso e le esperienze dei primi giorni di apertura ci hanno confortati nel cogliere questi stimoli nei visitatori.

Ora un nemico invisibile, ma terribile, costringe tutti noi a grandi sacrifici, la mostra è chiusa, la nostra impresa culturale rimane sospesa ma non cancellata.

Certo le imprese culturali, come ricorda il prof. Cipolletta, Presidente di Confindustria Cultura, stanno affrontando una calamità impensabile, al pari di quanto purtroppo avviene per molte altre imprese che operano in Italia.

Ma c’è la convinzione di una ormai consolidata consapevolezza generale del valore strategico dell’impresa culturale nella ripresa del Paese. La diffusione della cultura e la salvaguardia del suo patrimonio sono essenziali non solo per l’economia italiana, in particolare quella turistica, ma per la stessa qualità della vita.

E allora siamo ottimisti per quello che accadrà dopo: immaginiamo una sorta di rinascita quando tutto sarà finito. Qualcosa di simile a ciò che accadde nei boom dell’ultimo dopoguerra nel secolo scorso: avremo voglia di uscire, di tornare a frequentarci, stringerci la mano, di visitare mostre d’arte per dialogare e capire meglio noi stessi.

E noi ci saremo, con la mostra in corso, ma anche con quelle che abbiamo in programma e stiamo preparando per contribuire alla ripresa del nostro territorio.

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